02 Mar

Quali sono i bisogni del cane? Parte 2 – I bisogni sociali, emozionali e mentali.

Riprendiamo dall’articolo precedente quelli che sono i bisogni che il cane deve soddisfare per avere una quotidianità appagante. Abbiamo visto come i bisogni definiti “materiali” come per esempio un’alimentazione sana e naturale, la cura della salute fisica, lo spazio adeguato e le tipicità di razza, siano fondamentali per il benessere dei nostri cani.

Accanto a questi bisogni materiali, hanno una valenza non meno importante gli aspetti sociali, emozionali e mentali.

E’ noto che i cani sono animali sociali che vivono in gruppi familiari, hanno una chiara percezione degli spazi definiti in un concetto di proprietà e vivono in sinergia con il compagno umano e la famiglia. Assorbono i nostri pensieri e le nostre emozioni al punto di modificare la propria personalità e il proprio comportamento (vedi articoli precedenti per motivazioni scientifiche) e hanno un cervello in grado di elaborare processi cognitivi anche complessi.

Aspetti sociali, emozionali e mentali, compongono una sfera che porta alla definizione della personalità dell’individuo. Quella sfera che non può essere racchiusa in protocolli, ma osservata, accompagnata con dolcezza e modellata con cautela e rispetto, in ordine di un processo di profonda evoluzione di tutte le figure in gioco. Questo dovrebbe essere il compito di noi educatori o istruttori cinofili.

La comprensione di tale processo è una parte integrante e fondamentale del lavoro e si pone in antitesi con metodi di educazione dove il vige protocollo predefinito, un approccio meccanico, anche attraverso l’abuso del bocconcino inteso come premio, o addirittura un’incapacità di entrare in contatto profondo con il cane come nel caso dell’addestramento classico.

Questo elenco dei bisogni che il cane ha la necessità di sviluppare e che compongono questa sfera, sono solo una piccola parte delle casistiche che si possono presentare nei nostri cani familiari, ma possono essere fonte di ispirazione per proprietari ed addetti ai lavori.

 

Ecco i fattori sociali, emozionali e mentali.

 

Presenza del compagno umano

Un cane la richiede, soprattutto quando le condizioni ambientali non lo permettono. Difficile pensare di riuscire a far vivere una vita sociale appagante al nostro cane se siamo fuori casa 10 ore al giorno. Discorso diverso invece se il cane convive con altri cani o animali. Nulla va chiuso in uno schema, ogni caso è specifico, ma tendenzialmente il benessere dei nostri quattrozampe passa anche con un contatto stabile con il proprietario.

 

Relazioni con gli altri

Come per le persone, un cane è appagato se soddisfa i propri bisogni sociali.

Un cane potrebbe stare bene anche senza incontrare cani, ma potrebbe stare meglio con un diverso punto di vista nella relazione con gli altri, se diventa una fonte di arricchimento e non un limite. Vero, la regola che nessuno di noi può e deve andare d’accordo con tutti è valida anche per i cani, ma il livello di socialità e socievolezza di un cane può variare con le esperienze e con un lavoro mirato, anche nei casi più difficili.

Piccolo consiglio: la relazione con gli altri passa anche dalla parte olfattiva, durante la passeggiata lascia sempre annusare e marcare il tuo cane.

 

Senso di appartenenza

Il cane deve sentirsi parte del gruppo in tutto e per tutto. Quando la situazione lo permette rendilo parte integrante e coinvolgilo nelle attività di famiglia. Chiaramente se decidi di andare al centro commerciale o in contesti affollati o potenzialmente stressanti, valuta se questo può essere un beneficio o fonte di stress, in questo caso non avere sensi di colpa, il tuo cane starà benissimo a casa sul divano ad aspettarti. Anche il libero accesso all’abitazione è importante, un cane che vive perennemente in giardino avrà una percezione di esclusione dalla famiglia.

Non possiamo pensare che un cane possa stare bene se viene isolato in una cuccia nell’angolo del giardino o come spesso accade per i cani di molti cacciatori che vengono chiusi 10 mesi all’anno in un serraglio. Fortunatamente sul fattore “il cane in casa non entra” abbiamo fatto passi da gigante negli ultimi anni.

 

Sfera sociale con il proprietario.

Fiducia, senso di responsabilità, definizione di un ruolo, “il compiacere” ai compagni umani, il senso di accettazione, la lealtà, la capacità di esprimersi e comunicare in modo efficace, sono solo alcuni dei bisogni che possiamo individuare. Vi invito a perdere qualche minuto per analizzarli all’interno della tua relazione.

 

Stimolazione sensoriale e mentale

Due aspetti che spesso non vengono considerati sia per i cani di famiglia, sia per quelli presenti nei rifugi. Per stimolazione sensoriale si intende l’opportunità che un cane ha di vivere esperienze varie e in diversi contesti e modalità. Ad esempio muoversi sul letto di un fiume o passeggiare nel bosco possono offrire l’opportunità di un’esplorazione ricca sia sul punto di vista olfattivo che fisico. Il contatto con l’acqua e il nuoto, l’incontro con l’altro, la risoluzione di piccoli problemi quotidiani e chi più ne ha ne metta.

Riguardo la parte mentale, la stimolazione passa per le situazioni di vita quotidiana come per vere e proprie attività strutturate di apprendimento a partire con il problem solving per i cani dei rifugi, al clicker training per un livello avanzato di cane e umano.

 

Questi bisogni, tipici del cane di famiglia, sono estremamente personali e variabili.

Questa lista ha l’obiettivo di darti degli spunti sui quali poter ragionare con l’obiettivo di migliorare la vita del tuo compagno di viaggio e di conseguenza la tua.

 

02.03.2020

Federico Bettoni – Istruttore Cinofilo Professionista

 

Ph. Federico Liardo

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